Il tramonto e il treno che fischia.
La quiete. Il movimento delle carrozze che culla.
Un signore anziano accende la piccola luce sopra la sua testa.
Sta leggendo.
Ha dei baffi e un paio di pantaloni di velluto.
Voleva aiutarmi a tirar su lo zaino.
Sono cose galanti che a me appaiono come retrograde.
Lo zaino non era poi così grande.
Il treno continua a fischiare. Senza apparente motivo.
Ed io immagino un uomo, simile a quello che ho di fronte, che tira una cosa, forse di stoffa, e fa fischiare il treno.
Come se sfiatasse.
Alcune persone tossiscono.
Il treno ha rallentato e nelle cuccette arriva un odore quasi rancido.
Che entra nella bocca.
Somiglia alle gomme bruciate.
Il sole ormai è calato.
Siamo immersi tra gli alberi.
Imperterrito, l'uomo (perché non una donna?), continua a far fischiare il treno.
E pare di stare in un cartone animato per bambini.
Siamo ancora in Polonia e tutto pare tacere.
Le persone nelle case staranno mettendo i bambini a letto.
Ed io da qui, alzando lo sguardo, ho catturato un fuoco tra le nuvole.
L'ultimissimo.
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