martedì 23 giugno 2015

-flusso #1

perdi le abilità.
stai curva su una sedia che è diventata sgabello.
pensi alle cose che ti spiega.
come funziona la musica.
perché per te è davvero come se lui conservi il sapere di tutto quello che non sai.
io non conoscevo certe musiche.
tu dici una traccia in un attimo come se ce l'avessi avuta lì dalla mattina appena sveglio,
sulla punta della lingua.
resto sola.

volevo parlare solo di questo.
 e naturalmente di molto altro.
tu con me.
tu con me che resti.
che a dire il vero siamo noi.
sapevamo.
siamo entrambi delle stesse speranze?
tra pochi giorni siamo compagni.
io devo tornare ad un anno fa e capire dove ho toppato.
il bisogno di scrivere ascoltando sarà come quello scritto di dicembre che ti ha fatto ingelosire.
ma sapevi che era un bisogno.
torno indietro.
il soppalco c'è.
io so fare solo le cose di flusso.
so sperare solo quando cala il sole.
rubo la bambina.
la porto da me.
ritorno a comprare cose da succhiare nonostante gli anni maturati.
seppure pochi.
forse dovevano succhiare di meno.
hanno fatto finta di essere fratelli e guardali ora.
tu mi hai detto che la bambina non l'avresti rubata.
ma io infatti non l'ho rubata.
mi è stata data.
vorrei incontrarla ancora tra vent'anni e sapere cos'è stato di lei.
se ricorda.
io ricordo.
vivo qui solo perché si sente la disperazione del mondo in mezzo alla gente.
di notte mi piace di più.
quando si sente di più.
non posso assentarmi.
sono dipendente da questi luoghi.
accetto la pioggia e vedere che ride piccolo a giugno sotto un grande ombrello e dentro ai suoi Viking.
cambio tavolo.
le spalle dolenti.
la posizione curva.
si deve solo sentire la mancanza di certe cose per andare a riprendersele.