giovedì 1 ottobre 2020

-Aderire ai luoghi.

 Restare aderente a se stesse non è cosa semplice. 

Accettare e prendersi la responsabilità di ciò che può o non può accadere quando si sceglie di restare aderenti a se stesse è difficile.

Esistono dei brani, dei pezzi, delle musiche che mi aiutano.

Anche a ritrovarmi.

"Says" di Nils Frahm è uno di questi.



Rientra tra queste musiche.

Ha un calare di tensione molto forte. Rimbomba dentro. Pulsa dentro. Ti sbatte e riattacca al mondo.

A ciò che ti circonda in quell'esatto momento, ricollocandoti però dritta a qualcosa di molto lontano, particolarmente profondo.

Non c'è banalità alcuna se non quella della stupidità umana che è cosi complessa e subdola.

Restare aderente a se stessa è disarmante. La sola corazza che hai, il solo scudo che puoi alzare è la tua dignità. L'onestà spietata che si manifesta quando una vita è sincera.

Accettare, prendersi le responsabilità, elaborare e non finirci dentro, bloccata -dentro queste responsabilità-, è una cosa che sto imparando nei giorni che arrivano.

Più tardi arriverà un'amica, mangeremo insieme. La nostra colazione continuerà sulla tavola di casa mia come se questa potesse essere un prolungamento della tavola dove lei stamattina ha mangiato un biscotto che ha scelto di fare prendendosi del tempo.

Del tempo.

Il tempo.

Tra alcuni giorni un altro pezzettino di cuore tornerà qui a Berlino e noi saremo piene di gioia e loro saranno pien* di orgoglio e pure avremo il tempo.

E un sacco di dignità.

Parleremo insieme tutte di quanto è complesso e spesso inaccettabile restare aderenti a noi stesse ma staremo assieme, ci guarderemo, berremo dalle nostre tazze calde perché l'inverno è così vicino che al mattino usciamo in felpa e maglione pure se al pomeriggio l'estate ci manda un sacco di baci per rimandarci a Marzo.

Io sono felice perché sono nel luogo che ho scelto e i luoghi sono le nostre persone, siamo noi stesse.

(Questo pezzo è dedicato alle mie amiche donne e in particolare a due giovanotte)