martedì 4 settembre 2018

-da dentro alla stanchezza, di lato alla germania.

Sto qua fuori al ginnasio.
Persa.
Confusa.
Attendo.
Non entro.
Stanca.
Con la voglia di seguire il mio corpo, i miei bisogni.
Con la voce dal sapore che sa di responsabilità.
Incatenata nei dubbi.
Nella paura del giudizio.
Non mi sento mai abbastanza.
Mi leggo.
Provo ad osservarmi da fuori.
Mi rimbomba in testa solo una voce: 

"non impari mai!"

Sono parole mie?
Torno a metà.
Il ginnasio di Pankow è sempre davanti a me.
Immobile.
Lui non si muove mai.
Non è come me.
Mi alzo,
solo con la mente.
Vado verso la strada.
Ritorno sul cammino.
Sempre attenta,
con un occhio al cuore
e l'altro alla voglia di ribellarmi.
Perché dentro ai compartimenti stagni io non riesco a farmi posto.
Io non c'entro.
Non ci entro.

sabato 21 luglio 2018

-femminista repressa.

In questi giorni commentavo un post difendendo *i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori* e mi sono scontrata (purtroppo solo su Facebook) nell'ordine: con un amico Harry Daje, uno sconosciuto, l'ex di una mia carissima amica.
Nell'ordine sono stata: rompi palle,
 permalosa,
 una con due grandi coglioni,
 una da zittire con un "vaffanculo matta!!", 
femminista repressa 
e anche qualche altra cosa. 
Tra le righe, 
questo lo so, 
molto altro.


Sono stati tre maschi. Non me la sento di chiamarli uomini. Proprio no. Nemmeno il mio amico, ahimè. Con tutto l'affetto. Non sento di essere incazzata. Sono piuttosto amareggiata invece. Una cosa accomuna queste tre persone: l'età.
Tante volte mi sono voluta illudere pensando di dover combattere, insieme anche alle mie compagne, solo "i padri".
Ma invece ho scoperto un po' sola, un po' insieme a loro, attraverso il sostegno e il confronto, che anche le nostre madri sono ancora ammalate di maschilismo. Che i nostri fratelli, gli amici e i cugini, sono spesso ignoranti quanto i nostri nonni. Alcune volte, di più.
Le altre donne, non sempre sono cresciute in contesti che hanno loro favorito il confronto e il supporto tra donne.
Sono loro, più di tante altre, a storcere il naso di fronte alle mie ascelle pelose.
Sento gli sguardi pesare. Hanno il sapore dell'incredulità mista a pena. Come se io -purtroppo, secondo loro- rinunciassi, con la mia scelta, alla mia femminilità. È storia vecchia. Magari riuscissi a tenermi anche le gambe pelose. Ma di strada devo farne anche io ancora molta.

domenica 15 luglio 2018

-la Valle della Luna e i ricordi.

Quasi tutte le estati, ma non solo, mi capita di fare foto pazzesche e diventare gelosa di quello scatto che, altro non è, che un ricordo indelebile.
Ho anche iniziato a non scattare nemmeno più.
Per conservare nella memoria.
Ancora più forte. 
Piccolissimi pezzetti di vita che riusciamo, negli anni, a mutare.
Tutte quelle volte che, con gli occhi della mente, un'immagine diventa ricordo.
C'è mio padre che, ogni mattina, per  due mesi, nel '96, mi ha portata con il cannotto, le nostre maschere con i boccagli e le pinne a guardare i pesci, sull'isoletta di Lanta Bay a Ko Phi Phi.

[ "Valle". Capo Testa. 
Luglio '18. Serena Palomba]

Domani ci sarò io che tengo Vincenzo, in equilibrio, e con lui mi butto in mezzo a quella Valle marina di un immenso blu turchese.
Lui che mi tocca, mi dice che sono comoda, per appoggiarsi, quando è stanco di nuotare.

sabato 30 giugno 2018

-poesia moderna.




quella situazione in cui ti butti dal caffè alla valeriana 
e viceversa,
che c'hai da giorni e giorni,
davanti agli occhi, 
quattro 
cinque
e poi sei
formulari online, 
per diverse candidature universitarie
a numero chiuso, 
perché sei stata una capra a scuola 
e stai pagando le conseguenze
perché qui è tutto* a numero chiuso,
quella situazione in cui dalla valeriana passi al caffè,
e viceversa.

sabato 2 giugno 2018

-piccolissime libertà.

Restavo fedele a mio padre che non mi voleva con piercing o tatuaggi.
Volevo somigliargli in qualche modo. Volevo somigliare a lui che aveva quelle due placchette simmetriche dietro la nuca che sembravano spaccargli il corpo a metà.



Ci davamo baci e facevamo l'amore da pochissimi giorni. Con gli occhi chiusissimi mi feci lasciar trapassare l'ago nel labbro. Un secondo.

In questo autoscatto sono piccola ma felice nel sentirmi grande  per aver conquistato una piccolissima libertà. Lui ancora lo tenevo segreto.
Sono stati anni pazzeschi. Intensi come questi temporali che in questi giorni ci stanno bagnando qui a Berlino. L'amore è una cosa che toglie il fiato ed io dopo 4 anni sento ancora quella cosa che ti succede quando ti stai innamorando.

lunedì 30 aprile 2018

-cuccetta 27.

Il tramonto e il treno che fischia.
La quiete. Il movimento delle carrozze che culla.
Un signore anziano accende la piccola luce sopra la sua testa.
Sta leggendo.
Ha dei baffi e un paio di pantaloni di velluto.
Voleva aiutarmi a tirar su lo zaino.
Sono cose galanti che a me appaiono come retrograde.
Lo zaino non era poi così grande.
Il treno continua a fischiare. Senza apparente motivo.
Ed io immagino un uomo, simile a quello che ho di fronte, che tira una cosa, forse di stoffa, e fa fischiare il treno.
Come se sfiatasse.
Alcune persone tossiscono.
Il treno ha rallentato e nelle cuccette arriva un odore quasi rancido.
Che entra nella bocca.
Somiglia alle gomme bruciate.
Il sole ormai è calato.
Siamo immersi tra gli alberi.
Imperterrito, l'uomo (perché non una donna?), continua a far fischiare il treno.
E pare di stare in un cartone animato per bambini.
Siamo ancora in Polonia e tutto pare tacere.
Le persone nelle case staranno mettendo i bambini a letto.
Ed io da qui, alzando lo sguardo, ho catturato un fuoco tra le nuvole.
L'ultimissimo.

giovedì 26 aprile 2018

-Emma delle Spice Girls e il Capitalismo.

E vabbè, niente: a me è sembrato che il test sia andato bene.
Poi è venuto un acquazzone con vento che anche io con il mio essere patata, stavo per volare con tutto il Rucksack.
Così, chiusa in centro commerciale da classico paese dell'ex blocco sovietico che si è buttato, strusciandosi, sul caro e volgare Capitalismo, mi sono andata a comprare delle cose in uno sconosciuto negozio da teenager. 




Robe di rosa, angurie, ancora rosa e poi molto "Emma" delle Spice Girls. 

E ora sto facendo in modo che, la prossima volta che arrivi una tempesta, questa non mi porti via. Ovvero: mangio panna montata. Una delle mie attività predilette.

🍉🍇🍓🍭🎠🦑♥️🌼📕🎶



#emmaspicegirls 

#pannamontata 
#teenagerpost 
#teen 
#tette 
#ashtagacaso
#pink 
#cicciona ( #bella ) 
#wirhabenesgeschafft 
#testdaf 
#poznań 
( e alla tipa che non ha chiuso un occhio per farmi ricopiare un pezzettino tanta #cacarella)

lunedì 23 aprile 2018

-il pepe.


[Scattata da me sulla via della Gaiola. Fiori di bambino.]

Mentre studio, intensamente, alcune volte con delle distrazioni, nella testa, mi attraversano scritti. Cose da dire. Succede per lo più quando studio intensamente. E così, non interrompo la mia attività. Ora bevo un caffè. La qualità non è delle migliori. Ieri il Napoli ha vinto contro la Juventus. Io sono scesa addirittura dal soppalco. Io, bradipo, sono scesa. Mentre facevano rivedere il gol al '90 minuto. La mia ansia sale. Pronuncio la "S" come una "Z". È vera anzia. Negli ultimi giorni trascorsi ho racconto di avere il pepe al culo. Vuol dire che sento pressione.
Viaggeró con il bus oltre il confine che divide la Germania dalla Polonia. Tre ore. Ma quasi quattro. Gli spasmi che mi fanno correre sulla tazza sono frequenti. A Poznan mi aspetta una stanzetta di 7mq. Lì sarò sola. Come fosse clausura, penserò senza nessuno al mio fianco. Probabilmente dovrò spesso andare fino a la tazza. Immagine già gli spasmi. Ripassare e rileggere e fare ancora schemi, probabilmente, non mi gioverà.
Mancano meno di 72 ore al mio esame. 4-4-4-4-
Un 5-5-3-4 potrebbe comunque essere presentato. Il Report presenta appena 25 posti per Philosophie/Etik e coloro i quali ambiscono ad uno di quei posti, sono poco meno di 300. Riprendo la mia malattia dei conti. Greco antico e Italiano (semiotica?) sono senza NC. Bonificheró probabilmente €140 e buonanotte.
Chissà settembre cosa mi riserverà. Mi piace molto l'incertezza del futuro. Anche quella mi da il pepe al culo.

martedì 27 febbraio 2018

-apucundria.

Napoli mi manca sempre.
Vedo che a marzo vanno in Kayak giù la Gaiola, a dicembre passeggiano al sole giù Mergellina, a ottobre mangiano pesce in costume a Pozzuoli.
Poi arrivano le immagini del ciardiniello della nonna a fine febbraio.

E di un ragazzo qualunque che fiero ha scritto "forza Napoli" nella neve e l'apucundria mi pervade.

Napoli mi manca sempre.
Mannaccia 'a marin!

domenica 7 gennaio 2018

-di amore e di odio per i resoconti.

Questo non è un resoconto ma lo è.
Il giorno in cui per me avrà inizio il nuovo anno è domani.
Il giorno che seguirà ad oggi sarà anche lunedì.
L. mi ha resa precisa.
Facciamo a cambio con le paranoie.
E' un gioco bello e divertente. Fa crescere e fa confondere e poi fa sentire sospesi.
Nel mio primo gennaio duemiladiciotto di domani io starò su eretta con la schiena e tornerò a parlare la lingua tanto amata, tanto odiata.
Mi hanno detto che ce ne sono tanti -effettivamente- di tedeschi che cercano tour esclusivi per Napoli e che la ricompensa in denaro non è per nulla male.
Già mi sono immaginata.
Chiaro.
Che poi negare non è il mio forte. E manco mi piace.
Cosa mi aspetto?
Di certo no ne parlo qui alle faccette nascoste dietro la luce bianca.
I piedi mi hanno fatto male per i primi sei giorni del  v o s t r o   nuovo anno.
Perché sono già stata sufficientemente  c h i a r a  : il mio inizia domani.
Vero anche però che anche il vostro è stato di lunedì.
Io me ne sono andata con quello che mi tiene dentro, di fianco, appiccicata alcune volte e pure spalla contro spalla, da quasi quattro anni a questa parte, al cinema.
Siamo andati al cinema.
E ci è piaciuta la parte in cui lei lecca il culo a lui.


Insomma: finalmente anche quelli che il primo gennaio non sanno cosa diavolo fare e buttano in un multisala i primi propositi, hanno potuto ragionare sul fatto che da nessuna parte sta scritto che c'è una persona che deve necessariamente dare il culo e un'altra che, di conseguenza, se lo prenda.