lunedì 23 aprile 2018

-il pepe.


[Scattata da me sulla via della Gaiola. Fiori di bambino.]

Mentre studio, intensamente, alcune volte con delle distrazioni, nella testa, mi attraversano scritti. Cose da dire. Succede per lo più quando studio intensamente. E così, non interrompo la mia attività. Ora bevo un caffè. La qualità non è delle migliori. Ieri il Napoli ha vinto contro la Juventus. Io sono scesa addirittura dal soppalco. Io, bradipo, sono scesa. Mentre facevano rivedere il gol al '90 minuto. La mia ansia sale. Pronuncio la "S" come una "Z". È vera anzia. Negli ultimi giorni trascorsi ho racconto di avere il pepe al culo. Vuol dire che sento pressione.
Viaggeró con il bus oltre il confine che divide la Germania dalla Polonia. Tre ore. Ma quasi quattro. Gli spasmi che mi fanno correre sulla tazza sono frequenti. A Poznan mi aspetta una stanzetta di 7mq. Lì sarò sola. Come fosse clausura, penserò senza nessuno al mio fianco. Probabilmente dovrò spesso andare fino a la tazza. Immagine già gli spasmi. Ripassare e rileggere e fare ancora schemi, probabilmente, non mi gioverà.
Mancano meno di 72 ore al mio esame. 4-4-4-4-
Un 5-5-3-4 potrebbe comunque essere presentato. Il Report presenta appena 25 posti per Philosophie/Etik e coloro i quali ambiscono ad uno di quei posti, sono poco meno di 300. Riprendo la mia malattia dei conti. Greco antico e Italiano (semiotica?) sono senza NC. Bonificheró probabilmente €140 e buonanotte.
Chissà settembre cosa mi riserverà. Mi piace molto l'incertezza del futuro. Anche quella mi da il pepe al culo.

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